Ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso”.

Le parole di Fabrizio De Andrè descrivono perfettamente la bellezza mozzafiato che incanta gli occhi di chi sceglie la terra sarda per intraprendere un viaggio.

Non solo mare cristallino e spiagge incantate, la Sardegna è molto di  più e per chi vuole un assaggio di ciò che questa terra ancora selvaggia può offrire, il nostro consiglio è di partire per un itinerario on the road, tutto da guidare, di almeno due settimane. Curva dopo curva, sarà possibile scoprire l’isola lungo le sue coste rocciose modellate dal vento, lasciandosi sorprendere dalle innumerevoli spiagge e calette incontaminate e dai meravigliosi paesaggi immersi nella macchia mediterranea con i suoi inconfondibili profumi e colori.

Sardegna in 14 giorni

Giorno 1 – Alghero, un giro per lo spagnoleggiante centro storico

  • Una passeggiata lungo i Bastioni
  • Il centro storico

Alghero è un buon punto di appoggio da dove partire per diverse visite ed escursioni nella costa nord-occidentale della Sardegna. Benché sia tra i più noti centri abitati della regione, Alghero appare subito diversa da tutte le altre città sarde. A renderla unica è la sua eredità catalana, le cui tracce sono ben visibili in ogni angolo della città, ancora oggi soprannominata la “Barceloneta” per i nomi in catalano delle sue strade e per il dialetto dei suoi abitanti, del tutto simile a una variante del catalano orientale. 

Per apprezzare a pieno i segreti di questo spicchio di Catalunya in Italia, il nostro consiglio è quello di cominciare la visita a partire dai rinomati Bastioni dedicati ai grandi navigatori, Marco Polo, Colombo, Pigafetta e Magellano. Oltre allo spettacolare panorama sul golfo di Alghero, durante la passeggiata è possibile vedere alcune delle bellissime torri difensive della città vecchia contornate da lunghe palme e vecchi cannoni che puntano sul mare.

Passo dopo passo si arriva al Porto Vecchio, da cui è possibile ammirare l’imponenza della mura riflettersi sull’acqua, e dove non vi resterà altro da fare se non addentrarvi nel cuore della città vecchia perdendovi tra i suoi vicoli stretti e l’ombra delle sue piccole piazze. Passeggiando per il centro, sarà impossibile non notare le molte botteghe artigiane che vendono il Corallo Rosso. Al rinomato “oro rosso” di Alghero, considerato uno dei più pregiati di tutto il Mediterraneo, è dedicata anche l’installazione “Coralli di Luce”, che con i suoi rami colorati di rosso abbraccia la Torre di San Giovanni, regalando un’immagine suggestiva al calare della sera. 

Se tutto questo camminare vi ha messo appetito, l’ideale a questo punto è una sosta da SardOa Aperitivo di Vino, localino delizioso in Piazza Duomo, esattamente davanti alla Cattedrale Santa Maria. Qui potrete gustare lo strepitoso connubio Spagna-Sardegna grazie ai tipici pintxos, stuzzichini che accompagnano l’aperitivo, perfetti da affogare in un bel bicchiere di Garnacha rosso. E se proprio volete fare un regalo alle vostre papille gustative, non lasciatevi sfuggire la selezione di formaggi sardi. 

Giorno 2 – Alghero, le spiagge, Capo Caccia e la suggestiva Grotta dei Vasi Rotti

  • Bombarde e Lazzaretto
  • Mugoni
  • Capo Caccia
  • Grotte di Nettuno
  • Grotta dei Vasi Rotti 

Conosciuta come Riviera del Corallo, la costa di Alghero vanta bellissime spiagge sabbiose. Le due mete più ambite dai turisti sono indubbiamente la spiaggia delle Bombarde e quella del Lazzaretto, che oltre al lido principale cela piccole calette ideali se si desidera evitare la calca estiva. La nostra preferita resta però la spiaggia di Mugoni, circondata da una profumatissima pineta e incastonata nella baia di Porto Conte che la protegge tutto l’anno dalle correnti, anche nelle giornate di vento e mare mosso.  Il nostro consiglio è quello di raggiungere la spiaggia nel tardo pomeriggio per godersi il tramonto, lasciando la macchina a nel parcheggio a pagamento (1 euro l’ora, dalle 8  alle 20) del lido Le Ninfe.

Un’escursione da non perdere è la visita alle Grotte di Nettuno, fra le più grandi tuttora esistenti in Sardegna che si estendono per circa 4 chilometri all’interno del promontorio di Capo Caccia. L’ingresso alle grotte (13 euro) si trova al livello del mare, per questo è bene sapere che, in caso di mare molto mosso, le visite alle grotte vengono sospese. A noi è toccata questa sfortuna, ma se la marea ve lo permette, le grotte si possono facilmente raggiungere in barca dal porto di Alghero con partenze giornaliere o in alternativa a piedi, arrivando in auto al parcheggio di Capo Capocaccia. 

Nella stessa zona della grotte si trova il Belvedere Foradada, il punto panoramico di Capo Caccia da cui è possibile osservare bellissime falesie che si affacciano sulla suggestiva Isola Foradada. Raggiungibile unicamente in barca, l’isola è un imponente scoglio biancheggiante in pietra calcarea che deve il suo nome da un foro che la attraversa. Essendo area protetta e tutelata per il suo patrimonio naturalistico, i soli abitanti dell’isola sono i diversi uccelli marini, per lo più gabbiani e cormorani, che si godono indisturbati il panorama circostante cullati dallo sciabordio delle onde. …….

Chi non ha paura di fare quattro passi in più, non dovrebbe lasciarsi sfuggire una breve escursione alla Grotta dei Vasi Rotti (per Google “Grotta delle Brocche Rotte”), così chiamata in seguito al ritrovamento al suo interno di alcuni frammenti di suppellettili in ceramica appartenenti al Neolitico. La grotta è poco conosciuta al di fuori dei circuiti turistici tradizionali e non è assolutamente segnalata dai cartelli sulla strada. Raggiungerla è però più facile del previsto. Lasciando la macchina al Belvedere Foradada, si prende un sentiero sulla sinistra che si inerpica su una strada sterrata in salita, non particolarmente difficile, ma un po’ accidentata. Dopo una camminata di 20 minuti, inclusa qualche sosta per scattare foto al magnifico paesaggio e lasciarsi ammaliare dai profumi inconfondibili della macchia mediterranea, si arriva a destinazione. La grotta è un piccolo rifugio a picco sul mare e offre una cornice naturale perfetta che si affaccia sulla baia Porto Conte. Il bel panorama è ben visibile anche durante il percorso, ma è solo una volta entrati nella grotta che ci regala quel tuffo al cuore che fa la differenza e che ripaga da ogni fatica.

Giorno 3 –  L’Oristanese, la coloratissima Bosa e un tuffo a Cala Cumpultittu

  • Cala Cumpoltitu 
  • Il centro storico di Bosa con le sue case colorate
  • Castello dei Malaspina
  • Ponte Vecchio

A un’ora di macchina da Alghero e già nella zona dell’Oristanese si trova l’incantevole borgo arcobaleno di Bosa, caratterizzato dalle sue coloratissime casette che nulla hanno da invidiare alle più famose Positano e Burano.

Lungo la splendida strada litoranea, tutta curve, che va da Alghero a Bosa, decidiamo però di fare prima una breve sosta a Cala Cumpoltitu. Una volta lasciata la macchina lungo la strada, bisogna affrontare una discesa di circa 10 minuti tratteggiata da scalini di roccia, non difficilissima nel suo complesso, ma decisamente sconsigliabile da fare in infradito. La caletta è circondata da rocce piatte che la riparano dal vento e sulle quali è possibile godersi il sole quando la spiaggia comincia a farsi troppo affollata. Gli amanti dello snorkeling non perderanno l’occasione per scoprire a nuoto le vicine calette rocciose, mentre i viaggiatori più rilassati si faranno conquistare dalla sabbia bianca e dall’acqua cristallina del suo mare. 

Ci rimettiamo in macchina e dopo una decina di minuti raggiungiamo Bosa. Il fantastico intreccio di vicoli variopinti che si inerpica sulle pendici del colle di Serravalle è dominato dal Castello dei Malaspina, risalente al XII secolo. Dalle mura del castello è possibile godere di uno spettacolare panorama dell’intero borgo attraversato dal Temo, il solo fiume navigabile di tutta la Sardegna. Scendendo ai piedi del colle si arriva fino al Lungotemo. Attraversando quindi Ponte Vecchio si arriva alle antiche concerie, oggi trasformate in locali e ristoranti che ne fanno il luogo ideale per fermarsi a mangiare un boccone godendo di una bellissima visuale del duomo e dell’intero borgo. 

Non c’è bisogno di dire che vagabondare allegramente per le strette viuzze del centro storico è il modo migliore per scoprire i mille scorci che questo piccolo ma immenso borgo offre in abbondanza. Il suggerimento extra che però ci sentiamo di dare è di approfittare dei ritmi rilassati della cittadina per una degustazione di Malvasia di Bosa DOC da accompagnare con un assaggio di tipici dolcetti sardi. 

Un consiglio: attenzione alle calzature, dimenticatevi sandali o infradito, il centro storico presenta vicoli lastricati di ciottoli e gradini sconnessi, è quindi meglio munirsi di scarpe comode e adatte alla passeggiata. 

Giorno 4 – L’Oristanese, Putzu Idu, Isola di Mal di Ventre e Is Arutas

  • Putzu Idu
  • Isola di Mal di Ventre 
  • Is Arutas 
  • S’Archittu 

Tappa imperdibile dell’Oristanese è la penisola del Sinis, una vera e propria gemma della costa occidentale della Sardegna che offre lunghissime e chiarissime spiagge caratterizzate da un fondale molto basso che degrada dolcemente con meravigliose tonalità turchese. La prima sosta è alla spiaggia di Putzu Idu, un arenile che si estende per qualche chilometro e che si affaccia su una lunga salina, habitat di fenicotteri rosa e altre rare specie di uccelli. Dalla spiaggia partono le escursioni in gommone (25 euro circa) per l’incontaminata Isola di Mal di Ventre, raggiungibile in circa 20 minuti di navigazione. In origine conosciuta con il nome di Maluentu (ovvero “vento cattivo” per via della sua ai forti venti di maestrale che ne rendevano difficile la navigazione), l’isola è lunga poco più di due chilometri e mezzo di cale e spiagge di sabbia bianca finissima e di chicchi di quarzo come quella della vicina Is Arutas, prossima tappa della giornata.

Considerata tra le più belle spiagge d’Italia, Is Arutas resta nella mente per la particolarità della sua sabbia, fatta di piccoli sassolini e chicchi di quarzo bianchi, verde, giallo, rosa e nero derivanti dall’erosione del granito porfirico presente sui fondali dello splendido mare cristallino su cui si affaccia. 

Avendo scelto come base Cuglieri, risaliamo la costa per non perderci il tramonto più bello di tutta la parte ovest dell’isola nella suggestiva S’Archittu. La spiaggia della borgata si posa su una scogliera bianchissima, sulla quale si apre un arco alto 15 metri, vera e propria opera d’arte creata dall’azione erosiva del vento. Il maestoso arco, che in origine era una grotta, farà la felicità di ogni fotografo, in particolare al calare del giorno, quando il sole colora il cielo e le bianche scogliere di romanticissime tonalità tra il rosa e l’arancione. Se volete vedere il sole attraversare l’arco, il mese giusto è luglio, ma vi possiamo garantire che ogni stagione è perfetta per godere di uno dei tramonti più belli che possiate mai ricordare. 

Giorno 5 – L’Iglesiente, i faraglioni di Masua e il Pan di Zucchero

  • Masua
  • Pan di Zucchero
  • Il migliore spritz vista mare al Warung Beach Club
  • Belvedere di Nebida 

Proseguendo il nostro viaggio verso sud arriviamo nel Sulcis-Iglesiente, la subregione sarda famosa per le sue antiche origini e che personalmente offre tutto ciò che amo dei viaggi on the road: ambiente selvaggio, natura rigogliosa e scogliere imponenti che si inabissano su un mare che accoglie con garbo i raggi del sole creando innumerevoli sfumature dal turchese al blu più profondo.

A rapirci il cuore per prima sarà Masua, spettacolare insenatura che si affaccia sul maestoso Pan di Zucchero, che con i suoi 133 metri di altezza è il faraglione più alto del Mediterraneo nonché uno dei monumenti naturali più imponenti e spettacolari di tutta la Sardegna. Dalla spiaggia di Masua è possibile raggiungere il gigantesco scoglio in gommone o in barca e, per i più sportivi, anche in canoa con una bella escursione di circa un’ora e mezza. 

Nel tardo pomeriggio non ci lasciamo scappare l’occasione di sorseggiare uno spritz vista mare al Warung Beach Club, che vanta un curato cocktail bar e un ottimo ristorante ben inserito nel meraviglioso contesto naturale dell’insenatura. 

Per contemplare il tramonto ci spostiamo al Belvedere di Nebida, ex località mineraria che conserva ancora oggi la sua laveria in mattoni a vista e che offre alcuni scorci degni di nota dei vecchi pozzi estrattivi, rendendola di fatto uno dei più significativi esempi di archeologia industriale della regione. Da questo punto panoramico privilegiato, lo sguardo si posa sui tre faraglioni minori che fanno compagnia al Pan di Zucchero, la cui sagoma calcarea, con il calare del sole, si colora con tutte le tonalità del giallo e dell’arancio.

Giorno 6 – Il Sulcis, Sant’Antioco

  • Coaquaddus
  • Cala Grotta
  • Arco dei Baci
  • Le Saline e i fenicotteri 

L’Isola di Sant’Antioco, cuore pulsante del Sulcis, con il suoi 108,9 chilometri quadrati è di fatto la quarta isola italiana del Mediterraneo in ordine di grandezza. Segue le sue orme la vicina Carloforte, l’unica altra isola abitata dell’arcipelago sulcitano ma che, a differenza della sua sorella maggiore, è raggiungibile solo via mare. Ecco quindi svelato il primo grande vantaggio di Sant’Antioco. Pur essendo a tutti gli effetti un’isola, il territorio resta collegato alla Sardegna da un sottile istmo di terra di 4 chilometri sormontato da un ponte. 

Lo precisiamo subito a scanso di equivoci. Un viaggio nel sud della Sardegna che non abbia in programma almeno una visita di un giorno a Sant’Antioco dovrebbe essere considerato un peccato mortale. Quest’isola nell’isola offre da sola spunti e attrattive per riempire almeno quattro o cinque giorni di vacanza, ma siccome non possiamo soffermarci più di 24 ore, ecco i nostri consigli per una visita ai luoghi più rappresentativi dell’isola. 

Meta da non perdere è la spiaggia Coaquaddus, situata nella costa sudorientale dell’isola e caratterizzata da un fondale sempre basso e sabbioso al cui orizzonte è possibile scorgere le dune di Porto Pino, nel vicino territorio di Teulada. I sostenitori del “team scogli” si innamoreranno invece di Cala Grotta, piccola insenatura rocciosa situata nella parte sud-occidentale dell’isola e caratterizzata da una grotta frequentata per lo più da chi ama tuffarsi dagli scogli. Da qui è possibile godersi un mare cristallino e subito profondo che abbraccia diverse sfumature di verde sino ad arrivare al turchese più intenso. 

Il più suggestivo degli anfratti rocciosi dell’isola si trova sulla scogliera di Is Praneddas, sempre nel versante occidentale dell’isola. L’Arco dei Baci non è di facilissimo accesso, ma la ripida discesa lungo gli scogli appuntiti viene immediatamente ripagata dalla bellezza della sua conformazione che regala agli avventori una meravigliosa piscina naturale, profonda circa 5 metri, in cui gli amanti dello snorkeling non potranno fare a meno di ammirare fondali ricchi di vita marina.

Prima di lasciare a malincuore l’isola, fermiamo la macchina per osservare lo stagno delle Saline. Da questo punto è possibile scorgere i numerosi stormi di fenicotteri rosa ormai stanziali sull’isola, il cui ricco ecosistema accoglie anche numerose specie di altri volatili come l’avocetta, l’airone cenerino, la folaga, il cormorano, la garzetta e il cavaliere d’Italia. 

Giorno 7 – Teulada, Tuerredda e Cagliari 

  • Tuerredda
  • Cagliari

La spiaggia di Tuerredda, situata nel territorio di Teulada, è considerata una delle 10 spiagge più belle della Sardegna. E non fatichiamo a rendercene conto in quanto le diverse tonalità di azzurro del suo mare la rendono del tutto simile a una spiaggia caraibica. Una torre spagnola e il vicino isolotto, raggiungibile comodamente anche nuoto, fanno da contorno alla spiaggia, che per la sua posizione strategica risulta sempre protetta dai venti.

A partire dal mese di maggio 2020, in seguito alla necessità di mantenere il distanziamento sociale, la spiaggia è a numero chiuso e per evitare il sovraffollamento può ospitare un massimo di 1.100 persone (729 nella spiaggia libera e 371 negli stabilimenti balneari). Il conteggio degli accessi in spiaggia viene effettuato da operatori sul posto dalle 8:00  alle 18:00. Le prenotazioni sono consentite solo a chi desidera usufruire degli stabilimenti balneari, mentre per l’ingresso alla spiaggia libera vige la regola del “chi primo arriva, meglio alloggia”. A chi vuole essere sicuro di trovare posto, si consiglia quindi di arrivare non più tardi delle 9:00 del mattino. Per verificare il numero dei posti disponibili, basta collegarsi al sito Tuerredda.spacli.it che viene aggiornato in tempo reale. Se arrivate troppo tardi, il consiglio è di dirottare su Chia e ricontrollare i posti disponibili dopo le 16:00, quando la spiaggia comincia a liberarsi. 

In serata ci spostiamo a Cagliari, dove ci godiamo un aperitivo con vista insuperabile della città al tramonto dalla terrazza del caffè Libarium Nostrum nel bastione di Santa Croce. Da qui è possibile avere una visuale perfetta su buona parte del Golfo degli Angeli. La zona del Castello è uno dei quattro quartieri storici che raggruppa alcune delle principali attrattive della città, come la Cattedrale di Cagliari o il Bastione di Saint Remy. L’accesso in automobile è consentito solamente ai residenti, ma scoprire a piedi le piccole strade del quartiere è in ogni caso la soluzione migliore. 

Giorno 8 – Villasimius, Punta Molentis e Porto Giunco

  • Punta Molentis
  • Porto Giunco

Il viaggio prosegue verso Villasimius, una delle mete vacanziere più ambite della parte sud-orientale della Sardegna per il suo mare cristallino e le candide spiagge. La prima tappa del giorno è la spiaggia di Punta Molentis, famosa per la sua finissima sabbia bianca e punteggiata di rosa sulla battigia. Da qui è possibile risalire un piccolo promontorio panoramico sul quale sorge una punta di roccia granitica. Anche in questo caso, il consiglio è di arrivare presto perché la sua notorietà rende la spiaggia piuttosto affollata nel mese di agosto.

La seconda spiaggia a cui dedichiamo il resto della giornata è Porto Giunco, che si trova ai piedi di un promontorio sul quale sorge un’antica torre di avvistamento spagnola del XVI secolo, raggiungibile a piedi attraverso un facile sentiero.

Giorno 9 – L’Ogliastra, un giro in barca per il Golfo di Orosei

  • Cala Goloritzè
  • Cala Mariolu
  • Grotta del Fico
  • Cala Sisine
  • Cala Luna

Nel cuore della Sardegna orientale, racchiuso tra il Mediterraneo e il massiccio del Gennargentu, il territorio dell’Ogliastra gode di un paesaggio ancora incontaminato e puramente selvaggio che inorgoglisce i suoi abitanti, noti in tutto il mondo per essere una delle popolazioni più longeve e con il più alto numero di centenari di tutta la nazione.

Il Golfo di Orosei vanta acque cristalline dalle sfumature di blu, azzurro e turchese e calette selvagge adagiate sotto altissime falesie ricoperte da rigogliosa macchia mediterranea. Molti di questi paradisi sono raggiungibili solo via mare tramite gite in barca o gommone oppure, per chi non teme la fatica, attraverso impervi sentieri di trekking, spesso adatti agli escursionisti più esperti.

Per il nostro giro del golfo ci affidiamo a uno dei tanti tour proposti dal Nuovo Consorzio Marittimo Ogliastra. La scelta ricade sulla classica escursione lungo la costa di Baunei (50 euro a persona). L’itinerario prevede tre soste: Cala Mariolu in mattinata, Cala Sisine per la pausa pranzo e, infine, nel pomeriggio Cala Luna (non sempre accessibile a causa delle maree). 

L’escursione dura circa 9 ore, con partenza alle ore 9:30 dal porto turistico di Santa Maria Navarrese (o in alternativa alle ore 9:00 dal porto di Arbatax). Tutte le calette dispongono di un servizio ristoro, ma a causa della posizione i prezzi sono lievemente gonfiati, per questo consigliamo di munirvi di tutto l’occorrente per un pranzo al sacco. 

Per raggiungere Cala Mariolu è necessaria circa un’ora di navigazione, durante la quale si può osservare la costa di Baunei con i suoi panorami mozzafiato. A spiccare è soprattutto Cala Goloritzè, incorniciata dalla guglia di Punta Caroddi alta 147 metri e un arco di pietra che affiora sul mare. L’arrivo a Cala Mariolu lascia senza parole. Considerata tra le cale più belle d’Italia, appare come un dipinto. Le sue acque ricche di sfumature dal turchese al verde smeraldo ne fanno una vera e propria piscina naturale, costeggiata da un imponente falesia, alta 500 metri, a picco sul mare.

Nei pressi della cala è possibile accedere via mare alla Grotta del Fico (10 euro per il ticket di ingresso), che deve il suo nome al gigantesco fico che in passato ne celava l’ingresso. La visita guidata dura circa un’ora e le ottime guide locali, oltre a dare informazioni sulla geologia del luogo ne raccontato anche la storia nel contesto del territorio di Baunei. Il percorso all’interno della grotta – i cui spazi restano sempre molto ampi – è reso possibile da una comoda passerella, il che ne fa un posto tranquillo anche per chi soffre di vertigini claustrofobia. 

Il nostro giro in barca procede quindi per Cala Sisine, con i suoi limpidi fondali di sassi bianchi, e si conclude nella meravigliosa Cala Luna, una notevole spiaggia ben protetta da alte pareti rocciose e ampie grotte che offrono scorci meravigliosi sul mare azzurro cangiante. 

Giorno 10 – L’Ogliastra, un giorno di relax a tra Santa Maria Navarrese e Tortolì 

  • Santa Maria Navarrese
  • Lido di Orrì

Frazione di Baunei, Santa Maria Navarrese è un piccolo borgo a ridosso del Golfo di Orosei. La chiesetta bianca di Santa Maria di Navarra e la torre spagnola segnano nella geografia l’eredità storica del piccolo paese. Dalla terrazza che si affaccia che guarda al porticciolo si gode di un ottimo panorama dell’intera cittadina e, per i più mattinieri, è il luogo ideale per aspettare il sorgere del sole. 

Considerata la porta dell’Ogliastra, Tortolì vanta il litorale isolano maggiormente premiato con le bandiere blu. La nostra scelta ricade sul bel Lido di Orrì, dove ci godiamo una rilassata giornata di puro mare nel suo lungo litorale di 16 chilometri caratterizzato da sabbia bianca finissima e acque limpidissime, ed inframmezzato da numerose insenature e piccole spiaggette. 

Giorno 11 – San Teodoro, Cala Brandinchi e Lu Impostu

  • Cala Brandinchi 
  • Lu Impostu

A poca distanza da San Teodoro si trova Cala Brandinchi (in seguito alle nuove ordinanze del 21 agosto 2020, anche l’accesso a Cala Brandinchi avviene per numero chiuso, per un massimo di 1.500 persone), una delle spiagge più famose di tutta la Gallura. La fine sabbia bianca, il fondale basso e l’acqua turchese le attribuiscono colori caraibici – non a caso è nota anche come piccola Thaiti per le tante affinità con le isole dell’Oceano Pacifico. A renderla ancor più speciale è la profumata pineta sul cui sfondo svetta l’isola di Tavolara. Purtroppo nel mese di agosto la spiaggia diventa subito affollata, il che, in aggiunta al carissimo parcheggio (2,50 euro l’ora, senza tetto massimo), rende la visita meno piacevole di quanto meriterebbe. 

A pochi passi da Cala Brandinchi si trova Lu Impostu, raggiungibile anche da un parcheggio esterno, opposto a quello della sua dirimpettaia più famosa, e meno costoso (un euro l’ora con possibilità, in alcuni fortunati casi, di trovare posti gratis).

Giorno 12 – La Maddalena 

  • Come raggiungere l’isola
  • Baia Trinità 
  • Punta Tegge

Arrivare alla Maddalena è piuttosto semplice. Dal porto di Palau partono i traghetti delle due compagnie Delcomar (che effettua anche il servizio notturno) e Maddalena Lines. Le partenze sono circa ogni mezzora e il costo del biglietto di andata e ritorno per due adulti e un’auto si aggira attorno ai 35 euro. La traversata è molto breve e dura appena 15 minuti.

L’Isola è percorsa interamente da una strada panoramica lunga 45 chilometri, che consente di raggiungere le diverse spiagge e calette. Il mese di agosto è sicuramente il periodo peggiore per godere appieno delle bellezze dell’isola e per evitare la calca decidiamo di passare la giornata alla spiaggia di Bassa Trinità, alla quale si accede tramite una lunga passerella in legno che porta gradualmente al mare e alle diverse calette limitrofe. 

Per il tramonto decidiamo di spostarci a Punta Tegge, dove si trova anche Zi Antò,  vera istituzione dell’isola, che permette di ordinare un aperitivo e le sue famose bruschette direttamente dalla scogliera, fornendo anche dei pratici cuscini per adagiarsi sugli scogli in tutta comodità al calare del sole. 

Giorno 13 – Caprera

  • Spiaggia del Relitto
  • Cala Andreana
  • Batterie di Punta Rossa
  • Spiaggia dei Due Mari

L’isola di Caprera fa parte dell’area protetta dell’Arcipelago della Maddalena ed è indubbiamente una delle più incantevoli località di tutta la costa settentrionale per la qualità del suo mare cristallino e per la bellissima vegetazione che la ricopre. A rendere l’isola ulteriormente famosa è la sua storia, Caprera è infatti conosciuta per essere stata l’ultima dimora di Giuseppe Garibaldi. 

All’isola si arriva attraversando il ponte della Moneta che la collega alla Maddalena. Tuttavia, l’intenso traffico del turismo estivo e le strade decisamente accidentate rischiano di rendere la guida per l’isola piuttosto snervante. Imperativo è arrivare non più tardi delle 9 del mattino. Inoltre, a meno che non si scelga di girare l’isola in bici o in motorino, la scelta più saggia sarebbe quella di concentrarsi su una sola zona per evitare il rischio di non trovare parcheggio nel corso di eventuali spostamenti. Questa è stata la nostra soluzione e, pur rinunciando a malincuore alla visita di Cala Napoletana, abbiamo deciso di concentrare i nostri giri nella parte meridionale dell’isolotto. Qui si trova una delle spiagge più famose, la Spiaggia del Relitto, così chiamata per la presenza dello scheletro di una nave antica sulla sua riva. 

A pochi minuti di cammino si trova Punta Rossa, un’area a massima tutela ambientale dove è possibile scorgere un antico complesso fortificato, risalente alla fine dell’800 e rimasto attivo sino al termine della Seconda Guerra Mondiale. 

Poco distante si trova Cala Andreani, una bella insenatura a mezzaluna con scogli di granito rosa e sabbia bianchissima a grana grossa. Proseguendo ancora per una ventina di minuti raggiungiamo la Spiaggia dei Due Mari,​ così chiamata perché le sue acqua limpide bagnano entrambi i lati dell’insenatura.

Ci sentiamo di sconsigliare una visita improvvisata a Cala Coticcio. Una guida dell’isola ci ha infatti spiegato che, nonostante il turismo sfrenato, in realtà la caletta non si potrebbe più raggiungere a piedi. A seguito di alcuni sopralluoghi eseguiti dai tecnici del Parco Nazionale della Maddalena, è stata presa infatti la decisione chiudere il sentiero che porta alla cala in quanto presenta evidenti criticità che non ne consentono l’accesso sicurezza. L’accesso libero sarebbe consentito ai non residenti solo in presenza delle guide ambientali che si occupano della sensibilizzazione e della sorveglianza del territorio. Purtroppo, complici i pochi controlli e le scarse informazioni reperibili online a riguardo, nessun turista sembra curarsene più di tanto. 

Giorno 14 – Stintino, Spiaggia la Pelosa

  • La Pelosa

Il nostro viaggio si conclude con un finale a grande effetto alla spiaggia della Pelosa, riconosciuta universalmente come una delle spiagge più belle d’Europa. La sabbia finissima e candida, il basso fondale che si estende per decine di metri all’altezza delle caviglie e le sfumature del mare che vanno dall’azzurro più limpido e cristallino fino a degradare nelle diverse tonalità del turchese e a confondersi poi con il blu del cielo rendono questa spiaggia un vero e proprio paradiso naturale che invita al relax più totale. Ad aggiungere ulteriore suggestione a questo scenario già di per sé idilliaco è l’isolotto antistante, sul quale si erge una torre aragonese risalente al 1578 e facilmente raggiungibile anche a piedi.

Per accedere alla spiaggia è obbligatorio l’uso delle stuoie e prima di tornare a casa è necessario lavarsi i piedi alle apposite fontanelle posizionate nei diversi punti di ingresso e uscita, pena multe salatissime. Chi non avesse la stuoia, potrà facilmente recuperarne una alla biglietteria di ingresso o dai diversi venditori ambulanti che stazionano a ridosso della spiaggia (prezzo consigliato: 5 euro). 

A causa dell’emergenza sanitaria, per l’estate 2020 l’accesso alla spiaggia è limitato a 1.500 persone al giorno. La prenotazione è assolutamente obbligatoria e vi consigliamo di programmare con largo anticipo la visita acquistando il ticket di ingresso (3,50 euro a persona) tramite il sito dedicato

 

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