Top ten molto personale di citazioni che parlano di viaggi e viaggiatori, di partenze e anche di ritorni. Frasi che hanno accompagnato il mio girovagare per il mondo e che ancora mi incitano a preparare la valigia; una lista che oggi condivido con voi per farvi un po’ sognare e, perché no, spingervi verso nuove avventure!
#10 CITAZIONI CELEBRI PER CHI AMA I VIAGGI
#1. Terry Pratchett, A hat full of sky
“Why do you go away? So that you can come back. So that you can see the place you came from with new eyes and extra colors. And the people there see you differently, too. Coming back to where you started is not the same as never leaving”.
Traduzione: “Perché si va via? Per poter tornare indietro. Per vedere il luogo da cui si proviene con nuovi occhi e nuovi colori. E anche le persone che sono lì ti vedono in modo diverso. Tornare indietro da dove si è venuti è diverso da non essere mai partiti.“
#2. Josè Saramago
“Non è vero. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: ”Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.”
#3. Azar Nafisi, Reading Lolita in Tehran
“You get a strange feeling when you’re about to leave a place, like you’ll not only miss the people you love but you’ll miss the person you are now at this time and this place, because you’ll never be this way ever again.”
Traduzione: “Si prova una strana sensazione quando si sta per lasciare un posto, come se non solo ti mancheranno le persone a cui vuoi bene, ma ti mancherà la persona che tu stesso sei ora, in questo momento e in questo luogo, perché non sarai mai più lo stesso.”
#4. Charles Baudelaire, Les Fleurs du Mal, Le Voyage
“Mais les vrais voyageurs sont ceux-là seuls qui partent
Pour partir; coeurs légers,semblables aux ballons,
De leur fatalité jamais ils ne s’écartent,
Et sans savoir pourquoi,disent toujours: Allons!
Ceux-là, dont les désirs ont la forme des nues, …”
Traduzione: “Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta; cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole, …”
#5. Alain de Botton, L’arte di viaggiare
“Al cospetto della bellezza veniamo innanzitutto colti dall’impulso di afferrarla e possederla per darle maggiore spazio nella nostra vita. È come se volessimo disperatamente dire: «Sono stato qui, ho visto tutto questo…».
#6. Walt Whitman, Leaves of Grass
“Not I, nor anyone else can travel that road for you. You must travel it by yourself. It is not far. It is within reach. Perhaps you have been on it since you were born, and did not know. Perhaps it is everywhere – on water and land.”
Traduzione: “Non io né alcun altro può percorrere quella strada per te. Devi percorrerla tu. Non è lontana, è facile raggiungerla. Forse la percorri da quando sei nato, senza neppure saperlo. Forse è dovunque, per acqua e per terra.”
#7. Christopher McCandless/Alexander Supertramp
“C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso..”
#8. M. Soldati, America primo amore
“Si vorrebbe sempre essere: essere stati, mai. E ci ripugna di non poter vivere contemporaneamente in due luoghi, quando l’uno e l’altro vivono nel nostro pensiero, anzi nel nostro sistema nervoso: nel nostro corpo.. Possiamo infatti metterci in viaggio. Ma mentre la meta si avvicina e diventa reale, il luogo di partenza si allontana e sostituisce la meta nell’irrealtà dei ricordi; guadagnamo una, e perdiamo l’altro. La lontananza è in noi, vera condizione umana..laggiù si sognava la patria, come dalla patria si sogna l’estero. Ma il primo grande viaggio lascia nei giovani, di qualunque elevatura e sensibilità, un dissidio che le abitudini non possono comporre; precisa l’idea degli oceani, dei porti, dei distacchi; crea quasi, nella mente, una nuova forma, una nuova categoria: la categoria della lontananza; la considerazione, ormai, di tutte le terre lontane. E’ forse un vizio. Chi è stato in Cina vorrebbe provare l’Argentina, il Transvaal, l’Alaska: chi è stato in Messico si commuove quando sente parlare dell’India, dell’Australia, della Cina. Questi nomi, una volta al più colorate e melanconiche geografie, sono ora possibili, reali, affascinanti. Chi ha provato la lontananza difficilmente ne perde il gusto: il primo viaggio, la prima sera che il novo-peregrin è in cammino, nasce la nostalgia, per sempre. Ed è il desiderio di tornare non soltanto in patria; ma dappertutto: dove si è stati e dove non si è stati: due grandi direzioni si alternano: verso casa, verso fuori.. Non capisce, forse, non ama il proprio paese chi non l’ha abbandonato almeno una volta, e credendo fosse per sempre.”
#9. Pico Iyer
“We travel, initially, to lose ourselves; and we travel, next, to find ourselves. We travel to open our hearts and eyes and learn more about the world than our newspapers will accommodate. We travel to bring what little we can, in our ignorance and knowledge, to those parts of the globe whose riches are differently dispersed. And we travel, in essence, to become young fools again—to slow time down and get taken in, and fall in love once more.”
Traduzione: “Viaggiamo inizialmente per perdere noi stessi. E poi viaggiamo per ritrovarci. Per aprire i nostri occhi e imparare di più sul mondo di quello che entra normalmente nelle pagine di un giornale. Viaggiamo per portare quel poco che possiamo, della nostra ignoranza e del nostro sapere, in quelle parti del mondo le cui ricchezze e i saperi sono organizzati in maniera differente. E viaggiamo, in definitiva, per tornare a essere giovani e sciocchi, rallentare lo scorrere del tempo e farcene rapire, e per innamorarci ancora una volta”
L’ultima è una frase che mi ha accompagnata ogni volta
#10. Jonathan Safran Foer, Extremely Loud and Incredibly Close
“We need enormous pockets, pockets big enough for our families and our friends, and even the people who aren’t on our lists, people we’ve never met but still want to protect. We need pockets for boroughs and for cities, a pocket that could hold the universe. But I knew there couldn’t be pockets that enormous. In the end, everyone loses everyone.”
Traduzione: “A noi servono tasche molto più grandi, servono tasche enormi, tasche abbastanza grandi per le nostre famiglie, e per i nostri amici, e anche per le persone che non sono nelle nostre liste, gente che non abbiamo mai conosciuto ma vogliamo proteggere. Servono tasche per i distretti e per le città, una tasca che possa contenere l’universo. Però sapevo che non possono esistere tasche così grandi, e che alla fine tutti perdiamo tutti.”
E voi avete una frase da viaggio preferita? Scrivetela nei commenti!
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