Siete sicuri di saper disegnare a memoria una bicicletta? Sicuri sicuri? Gianluca Gimini è pronto a scommettere il contrario, anzi è certo che non siate in grado.
Gianluca Gimini è un designer che dal 2009 porge carta e penna agli sconosciuti chiedendogli di disegnare su due piedi una bicicletta. E’ così che è nato il progetto Velocipedia.
“Mi interesso di design e comunicazione dal mio secondo anno di università. Ad aver scoperto questo interesse un paio d’anni prima probabilmente non mi sarei mai iscritto ad architettura, invece lo feci e portai anche a termine gli studi. La mia formazione sicuramente influenza molto il mio approccio al progetto e all’insegnamento (oggi, a 33 anni, sono anche un docente presso la facoltà di design del prodotto a Ferrara e in un istituto superiore di Bologna).”
“Questo progetto è scaturito da una conversazione avuta tanti anni fa con un amico medico. Gli parlavo di un mio compagno delle medie che un giorno, all’interrogazione di educazione tecnica, non seppe dire se in una normale bicicletta la ruota motrice sia quella anteriore o quella posteriore. Il mio amico rise, poi provò a disegnare una bici su un tovagliolo e scoprì che anche per lui era difficile ricordare esattamente come è fatta una bici.
Da allora (era il 2009) ho cominciato a chiedere a tantissime persone, parenti, amici e totali sconosciuti, di disegnarmi a memoria una classica bici da uomo. La fase di raccolta è andata avanti per circa cinque anni e alla fine mi sono ritrovato con uno straordinario campionario di schizzi di centinaia di biciclette da uomo, la maggior parte delle quali completamente “sbagliate” anche se in questo progetto l’errore ha un significato assolutamente virtuoso.”
Ma questa è solo la prima parte del progetto. Una volta raccolti gli schizzi Gianluca è passato alla fase 2, cioè tradurre quei disegni sbagliati in veri prototipi innovativi, prendendo l’errore ed esaltandolo fino a dare forma a nuovi concept.
“Ho selezionato i disegni che ritenevo più rappresentativi e sono divenuto esecutore, virtualmente artigiano. Gli schizzi sono stati da me seguiti come disegni di progetto, anche se non in maniera pedissequa, visto che lo scopo non è stigmatizzare gli errori ma esaltare la straordinaria inventiva e varietà di neo-tipologie. Questi schizzi sono così stati tradotti in immagini fotorealistiche che spero un giorno di poter anche stampare e presentare in una piccola mostra assieme alla mia bellissima collezione di disegni “sbagliati”.”
Difficilmente queste bici vedranno la luce, ma resta il fascino di come nella mente umana si nasconda la naturale propensione per l’arte.
Tutta la gallery (FOTO Velocipedia)
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